Un esordiente che proviene dal Premio Italo Calvino: basta questo a chiunque abbia una qualche conoscenza del panorama dei premi letterari italiani per capire che si sta parlando di un autore che ha superato una selezione durissima, improntata a severi parametri che si possono riassumere in una sola parola: qualità. A differenza di tante altre manifestazioni che sanciscono il trionfo della politica editoriale più scaltra o del maggiore investimento di denaro (e questo è ingenuo non sospettarlo, perché le case editrici sono imprese che sopravvivono se producono capitali), questo concorso premia chi ancora non si è affacciato al mondo dell’editoria e non può affidarsi ad altra presentazione che non sia la propria scrittura. A viso coperto è il romanzo vincitore dell’edizione 2012 del premio ed è una storia dura e difficile da digerire, che illumina con la luce violenta di un faro una realtà spiacevole e nota solo a chi la vive quotidianamente. È una storia di ultrà (nella fattispecie del Genoa, ma i tratti con i quali vengono dipinti sono universali e vanno al di là dei colori della squadra e della bandiera sventolata con orgoglio) ed è anche una storia di sbirri, di poliziotti dell’unità mobile, che ne devono frenare gli impeti e contenere i danni.

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