C’è un luogo remoto della Terra che ha portato alla morte (quasi) chiunque ha provato ad avvicinarlo.
L’isola di North Sentinel farebbe territorialmente parte dell’India, ma dista mille chilometri dalle sue coste, risultando fisicamente più vicina all’Indonesia.

I suoi abitanti sono i sentinelesi, la più estrema fra le poche tribù del nostro pianeta a essere incontaminate, mai contattate da essere umano: tribù del genere sono esistenti anche in Africa e sud America, m la peculiarità di North Sentinel è che, in quanto isola, non è abitata da altri che dai sentinelesi che ignorano in buona misura perfino l’esistenza di altri esseri umani.
Al momento è difficile anche stimare il numero degli abitanti: si ipotizza una cifra da 15 a 150 ed è arduo capire da quanto siano lì, visto che risultano parlare una lingua unica, forse di matrice oceanica, ma incomprensibile anche ad altre etnie di isole vicine.
Le ipotesi comunque stimano la loro presenza sull’isola in un range che va dai 30 ai 60 mila anni.
Fisicamente hanno pelle nero scuro e bassa altezza, navigano su canoe sotto costa, sembrano essere all’età della pietra, ma hanno trovato modo di usare il ferro da navi naufragate, si dipingono i corpi, mangiano pesce e tartarughe e cocco.

Le informazioni, però, sono tutte molto ipotetiche dati i contatti scarsissimi nel tempo e sempre abbastanza drammatici.
La prima “scoperta” avviene quando una nave indiana, nel 1867, naufraga sull’isola con oltre 100 uomini; l’equipaggio viene attaccato dai sentinelesi e deve difendersi, respingendoli fino all’arrivo dei soccorsi.
Pochi anni dopo un ufficiale britannico, Maurice Vidal Portman approda sull’isola con l’idea di farci piantagioni di cocco e coi suoi uomini prende 6 prigionieri: un anziano, una donna e quattro bambini.  I due adulti muoiono e allora Portman riporta i bambini sull’isola e ci torna varie volte, con dei regali, ma i sentinelesi non gradiscono e non intessono alcun rapporto.
È un altro naufragio, nel 1981, a lasciare un cargo vicino all’isola; i naufraghi stavolta vedono i sentinelesi prepararsi per un attacco, ma sono salvati in tempo da una seconda imbarcazione.
Nel 1974 una troupe del National Geographic prova a girare un documentario, ma viene attaccata a colpi di freccia.
Ci sono stati tentativi più mirati, come quello dell’antropologo indiano Triloknath Pandit che, negli anni 80, autorizzato dal governo, con cautela  progressiva riesce a entrare nell’isola a piedi, per un chilometro.
I sentinelesi lo guardano e non lo attaccano, però si girano e defecano, come a dire che non amano quell’intrusione.
In un’altra occasione, cambiando approccio, Pandit rimane appena al largo con dei doni e si lascia avvicinare dai sentinelesi che li accettano. Nel momento in cui però fa il cenno di scendere sull’isola uno di loro estrae un coltello e fa il cenno di tagliare la gola.
Nel 2004 alcuni elicotteri sorvolano l’isola per capire la situazione dopo lo tsunami, ma vengono fatti oggetto di lanci di frecce.

Nel 2006 due pescatori nuovamente  naufragano sull’isola e vengono uccisi, ma i cadaveri lasciati in spiaggia e non mangiati come accadrebbe se si trattasse di cannibali; i sentinenelesi invece usano i cadaveri come spaventapasseri umani issati su pali.
L’ultimo a tentare illegalmente il contatto è, nel 2018, un missionario statunitense: John Allen Chau di 27 anni matura l’idea di evangelizzare quello che definisce “l’ultimo avamposto di Satana”.
Chau si prepara con delle specie di cartoline per comunicare e kit medico, si sottopone a tutti i possibili vaccini, cerca di apprendere lingue che potrebbero portare a una comunicazione; quindi, paga due pescatori per portarlo vicino all’isola, benché sia illegale.
Chau tenta una prima volta con una barca l’approdo, arriva sino a riva con una Bibbia in mano e cerca di porgere doni, ma vede una reazione e ostile e si allontana.
Chau ritenta, si avvicina intonando dei canti e parla in lingua Xhosa, ma la reazione stavolta è di risa, con suoni acuti e gesti.
Un ragazzo gli tira una freccia che colpisce proprio la Bibbia che lui tiene sul petto, come un segno divino, e Chau si allontana ancora.
Da ultimo Chau chiede ai due pescatori di abbandonarlo sulla riva e loro eseguono.
I sentinelesi lo uccidono a colpi di freccia, trascinano il corpo con una corda e quindi lo lasciano sulla spiaggia.
È chiaro che, purtroppo, il vaccino contro la stupidità non esiste ancora, nemmeno quella che ha portato alcune comunità religiose a dipingere Chau come martire caduto per portare la parola di Dio.
Nei giorni successivi al decesso di Chau  le autorità indiane cercano di recuperare il corpo del missionario, ma sulla spiaggia si palesano i guerrieri sentinelesi di nuovo non proprio amichevoli e l’idea è infine abbandonata; solo il diario del ragazzo è stato recuperato e la linea è rimasta quella tracciata già in precedenza ovvero non contattare i sentinelesi, anzi, restringere ancora di più le possibilità di contattato, coinvolgendo anche i pescatori locali nel non-avvicinamento.
Qualsiasi tentativo di contattare gli abitanti potrebbe essere letale, sia per chi lo facesse che per loro e la diffusione di eventuali malattie comuni come il raffreddore potrebbe rischiare di decimare la popolazione come già accaduto in isole limitrofe dove i contatti avvengono da più tempo.
La scelta del giusto approccio da utilizzare (o, di fatto, non utilizzare) per lo studio di fenomeni antropologici così estreme, comunque, rimane ancora oggi oggetto di dispute tra gli studiosi.
Nel frattempo le sentinelle dell’età della pietra restano lì, a scrutare il mare e il cielo, le nostre strane barce, i nostri spaventosi aerei.

____
Io sono Riccardo Gazzaniga.
Il mio ultimo romanzo si chiama “In forma di essere umano” e racconta la fuga e la cattura di Adolf Eichmann, responsabile dell’Ufficio Affari Ebraici del Reich a opera del Mossad israeliano,  cercando di mettere insieme il thriller, la Storial la non – fiction per raccontare come accadde che gli uomini  divennero mostri.
Per chi fosse interessato a questo tema, notizie ulteriori si trovano qui.

 

 

Commenti