Il 27 Maggio 1942, salendo sulla Mercedes 320 verde di servizio, il Macellaio di Praga, Generale delle SS Reinhard Heydrich, non immagina di essere al suo ultimo viaggio.
Del resto lui non ha paura di nessuno, per questo tiene la cappotta della macchina sempre abbassata: chi oserebbe attaccare “L’uomo dal cuore di ferro”, colui che terrorizza Boemia e Moravia dal Castello di Praga?
Heydrich è sempre stato uno spregiudicato e spietato.
Ha ordito la Notte dei Lunghi Coltelli contro quello che era il padrino di suo figlio, Ernst Röhm, ingombrante comandante delle SA, convicendo Hitler a giustiziarlo facendo leva sull’omosessualità di Röhm.
Sempre lui, con uomini dei servizi tedeschi travestiti da polacchi, ha architettato “l’incidente di Gleiwitz”, pretesto per invadere la Polonia e scatenare la guerra mondiale.
Nonostante il divieto di Hitler di pilotare aerei, dato il suo grado e il suo peso, “L’uomo dal cuore di ferro” se ne è fregato ed è arrivato con il suo aereo a Wannsee, pochi mesi prima, a presiedere la Conferenza che ha codificato a Soluzione Finale.
Mandato a Praga per inasprire il pugno del Reich, Heydrich ha subito proclamato la legge marziale, mandando a morte 142 uomini della resistenza e inviandone migliaia a Mauthausen e seminando terrore in città: si è guadagnato i soprannomi di Bestia Bionda e Macellaio di Praga.
Ma quel giorno del maggio 1942 a Praga, ci sono per lui due soldati selezionati tra duemila, addestrati in Scozia dalla Royal Air Force e mandati dal governo cecoslovacco in esilio.

heydrich
Il governo ha deciso che uccidere l’implacabile Heydrich è il solo modo di dare forza e anima alla resistenza schiacciata e insieme di mostrare l’unità di cechi e slovacchi in quella lotta.
Sarà l’ “Operazione Antropoide”.
Per questo Jozef Gabčík, 30 anni, slovacco, e Jan Kubiš, 28 anni, ceco, selezionati fra 2.000 commilitoni, arrivano a Praga dopo un lancio notturno in paracadute nelle campagne. In città restano nascosti, ospiti di complici della Resistenza.
Prima valutano di uccidere Heydrich in treno, poi in una foresta bloccando la strada con un cavo, ma sono soluzioni troppo complesse, dunque scelgono di agire allo scoperto, come fa Heydrich.
Alle 10.30 del 27 Maggio 1942 aspettano il Generale sulla strada che va da casa sua al Castello di Praga, in una curva a gomito che costringe la Mercedes a rallentare.
Qui attaccano.
Gabčík si mette davanti alla macchina e apre il fuoco con un mitragliatore Sten che, però, si inceppa.
“Fermati!” urla Heydrich al suo autista, si alza e risponde al fuoco con la sua pistola.
Ma non ha visto Kubiš, a lato, che lancia una granata anticarro ferendo Heydrich, l’autista e anche sé stesso.
Heydrich scende lo stesso, insegue Gabčík sparando e ricevendo fuoco, ma sviene per le ferite. Ricoverato in ospedale, il più spietato criminale del Reich è ferito a un polmone, ha uno costola rotta e varie ferite minori, non sembra grave, il suo corpo atletico si riprende.
Ma c’è il crine di cavallo.
Un sottilissimo crine dell’imbottitura del sedile della Mercedes gli è penetrato nella carne insieme a una scheggia di bomba a mano e causa un’infezione improvvisa e incompresa dai medici che, una settimana dopo, mentre pranza da solo, gli causa un collasso.
In poche ore, Heydrich muore.
Reinhard Heydrich viene sepolto da eroe nel cimitero degli Invalidi di Berlino.
La repressione è durissima.
Migliaia di persone sono mandate nei lager, inclusa la fidanzata di Kubis, che vi morirà; per vendicare Heydrich il villaggio di Lidice, da cui si supponeva erroneamente arrivasse uno dei complici logistici, viene raso al suolo, uccidendo tutti gli uomini e deportando tutte le donne e i bambini.
A lui viene intitolata l’ “Operazione Reihnard” per sterminare ebrei e rom polacchi.
Jan Kubiš e Josef Gabčík, dopo l’attentato si danno alla fuga; prima usano alcuni appartamenti di complici, poi – braccati casa per casa – si nascondono insieme a 5 altri resistenti nella cripta della Chiesa di San Cirillo e Metodio.
Li tradisce la soffiata di un commilitone che li vende per un milione di marchi: dopo la guerra pagherà l’infamia con la condanna a morte.
La cripta dove si nascondono i cecoslovacchi viene circondata da un numero soverchiante di SS: sono 750 uomini armati con armi pesanti e bombe, contro 7 uomini soli con le loro pistole.
Ma la cripta ha un solo accesso, sbarrato, così le SS che cercano di raggiungerlo vengono abbattute da colpi singoli sparati da feritoie.
Inizia uno scontro a fuoco lungo sei ore, i partigiani cechi negli uccidono 14 SS e ne feriscono 21.
Kubiš rimane ferito e muore nella parte della cripta insieme ad Adolf Opálka, and Jaroslav Svarc.
Gabcík, insieme a Josef Valcik, Josef Bublik and Jan Hruby scendono nella parte inferiore ancora più sotto terra e vengono attaccati prima con gas lacrimogeni per stanarli e poi camionate di acqua per annegarli.

Quando hanno praticamente finito i colpi per resistere si sparano per non morire da mano nemica.
Il destino delle loro tombe Jan Kubiš e Josef Gabčík è opposto a quello di Heydrich: a lungo senza nome, sono state scoperte nel cimitero di Dablice dove ora riposano.
Sono oggi eroi nazionali.
La cripta teatro del conflitto a fuoco, dove è presente un monumento che racchiude tutti e 7 i caduti, è oggi chiamata “Cripta dei martiri e degli eroi della libertà”.
La tomba di Heydrich invece, dopo la distruzione del cippo funebre da parte dei sovietici, è solo una sepoltura senza nome.
Il gesto di ribellione morale di Liwacz ha ispirato una statua che rappresenta la B che nel 2014 è stata posta di fronte alla sede del Parlamento Europeo a Bruxelles.

____

Io sono Riccardo Gazzaniga.
Il mio ultimo romanzo si chiama “In forma di essere umano” e racconta la fuga e la cattura di Adolf Eichmann, responsabile dell’Ufficio Affari Ebraici del Reich e fra i più attivi collaboratori di Reinhard Heydrich a opera del Mossad israeliano; ho cercato di mettere insieme il thriller, la Storia, la non – fiction per raccontare come accadde che gli uomini  divennero mostri.
Per chi fosse interessato a questo tema, notizie ulteriori si trovano qui.

In forma di essere umano

Commenti