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Qualche giorno fa ho visto un signore con un bambino che comprava dei fuochi d’artificio alla Coop.

Mi sono ricordato di un giorno di tanti anni fa, credo fosse il 1985 o giù di lì.

Eravamo in Riviera a casa dei miei nonni, per Natale o Santo Stefano, di questo non ho certezza.

Ricordo che io e mio fratello Giorgio indossavamo delle barbe da babbo Natale, costruite artigianalmente da mio nonno con del cotone incollato su un pezzo di carta. Alla carta era poi attaccato un elastico, per fissare la barba finta alla testa.

Mio nonno era – ed è stato sino al suo ultimo giorno di vita – un uomo brillante. Gli piaceva studiare sempre qualcosa di estroso, originale, un po’ più “spinto” degli altri; quel genere di cose che i genitori non ti lasciano fare.

E allora, al momento del dessert, il nonno ci fece tenere in mano due fuochi “a stellina”. In pratica non erano altro che quei piccoli, sottili stecchetti che si accendono e mandano scintille tutto intorno.

Io e Giorgio arrivammo in sala con questa torta, le barbe sulla faccia e le nostre stelline accese, tutti contenti.

Successe tutto molto rapidamente.

Una scintilla partì dalla stellina di mio fratello e finì sulla sua barba finta, quella si accese e andò in fiamme, avvolgendo la faccia di Giorgio. Lui rimase lì fermo, come inebetito in mezzo al fuoco.

La più pronta a intervenire fu mia nonna materna, che strappò la barba dalla faccia di Giorgio e la spense con un bicchiere d’acqua.

Mio fratello fu soccorso. Poverino, non diceva nulla, non piangeva nemmeno. Però aveva la faccina tutta bruciacchiata e rossa, le sopracciglia bruciate pure loro.

Il nonno era costernato, mia mamma furiosa, tutti noi spaventati. Andammo subito al pronto soccorso, con mio fratello sempre zitto e tutto spaventato.

Gli diagnosticarono un’ustione tra il primo e il secondo grado e gli diedero una crema che dovette mettere per parecchio tempo. Gli venne la febbre, che poi – per fortuna – andò via. Ma ho ben chiaro il ricordo di questo bambino con la faccina che, per anni, sembrava sempre abbronzata, come avesse preso il sole in montagna.

Ancora oggi, a distanza di tantissimo tempo, mio fratello ha problemi alla pelle del viso e del naso. Gli si irrita tantissimo, specie con il sole e nessun dottore ha mai individuato una causa. Io sono certo che il problema sia legato a quel vecchio incidente.

Ecco, mi rendo conto che questa è una storia davvero banalissima che, per fortuna, finisce anche bene. Però credo che dimostri quanto facilmente possono capitare certe cose, come un gioco banalissimo può diventare o sfiorare una tragedia. Anche se fai tutto in assoluta buona fede, senza l’intenzione di far male a nessuno, solo per divertirti o divertire qualcuno.

Come ricordano tutti i siti istituzionali, gli unici fuochi legali sono quelli in vendita nei negozi con gli appositi certificati di conformità sulle etichette. Tipo quelli che oggi ho visto comprare al supermercato. Ma gli stessi siti ripetono ovunque che, a prescindere dalla legalità della vendita, “non esistono fuochi sicuri”.

Quelle stelline che incendiarono mio fratello, per esempio, erano legali come legali sono tanti fuochi “a lancio” che spesso finiscono per sbaglio addosso a persone ferendole. Perché basta una distrazione, un dettaglio cui non avevate proprio pensato, un oggetto che non dovrebbe trovarsi lì vicino a voi, basta un qualsiasi imprevisto, per farsi male per davvero.

Per cui, stasera, io vi consiglio di lasciarli proprio stare, questi minchia di fuochi e petardi e fontanelle di luce e artifici pirotecnici vari. Lasciateli sugli scaffali, risparmiate i soldi, inventatevi qualche altro gioco coi vostri bambini.

E se proprio non ce la fate, se proprio avete bisogno dei botti per salutare il 2013, allora quei botti fateli con i tappi di Champagne o nel letto con il vostro compagno/a, quando i più piccoli sono andati a dormire.

Inizierete l’anno in modo decisamente migliore.

 

 

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