Questo ragazzo che sembra un po’ il bomber Haaland è un soldato finlandese la cui storia è leggendaria e, nella sua drammaticità, anche un po’ grottesca.
Siamo nel Marzo del 1944 e l’URSS ha attaccato la Finlandia.
Il 27enne Aimo Koivunen è in pattuglia di ricognizione sugli sci in Lapponia con la sua squadra di 8 commilitoni: in condizioni climatiche estreme, devono valutare l’eventuale costruzione di un aeroporto da parte dei sovietici.
Ma il gruppo viene scoperto e attaccato da soverchianti forze nemiche.
Inizia uno scontro a fuoco e la sola possibilità per non essere accerchiarti è il ritiro nella neve non tracciata.
Koivunen inizia a guidare la ritirata del gruppo, sciando per aprire la traccia nella neve fresca.
Cede anche l’arma lunga ai compagni, per produrre il massimo sforzo e alla fine si trova esausto, non ne ha più.
A quel punto si ricorda che nello zaino ha 30 pillole di Pervitin che sta portando lui per tutta l’unità.
Il Pervitin è una metanfetamina stimolante che la Germania ha immesso sul mercato dal 1938, ma l’esercito tedesco per primo lo ha divulgato in massa la sostanza fra i suoi soldati per combattere sonno e stanchezza al punto da averne distribuito milioni di dosi.
Non a caso si parlerà di “bombardamento chimico” sulle truppe e il Reich cercherà di potenziare questa possibilità brevettando un farmaco ancora più potente, testato su internati ebrei: il progetto, però, finirà per la sconfitta subita dai tedeschi.
Koivunen cerca di prendere una sola pillola, ma ha i guanti, le mani gelate ed è in lotta per la vita: non può fermarsi, così se le caccia tutte e 30 in gola nonostante il limite tassativo indicato dall’esercito finnico sia di 6.
Improvvisamente la fatica scompare e inizia a sciare a bombazza, inafferrabile dai sovietici alle spalle ma anche dai suoi compagni e, preda di esaltazione e allucinazioni, vira verso i boschi, fuori dalla pista di ritorno.
A un certo punto, però collassa e perde conoscenza.
Quando si sveglia, è solo, il resto dell’unità è scomparso.
Aimo si rende conto di aver sciato per 100 chilometri senza cibo e di essere disarmato.
Senza sapere dove siano i soldati, amici e nemici, riparte a sciare in stato di confusione.
Vaga nella foresta due settimane, mangiando una ghiandaia siberiana che ha catturato, cruda.
Scia ancora, perché se si fermasse, morirebbe data la temperatura gelida.
Sempre braccato dai sovietici avvista una casupola dove riparare ma per raggiungerla finisce in un campo minato e rimane ferito.
Finisce così nascosto dentro un fosso per una settimana.
Quando un aereo tedesco da ricognizione, mandato dai compagni sopravvissuti (a parte uno, caduto in battaglia) lo vede sventolare una bacchetta da sci con sopra della stoffa e lo soccorre, Koivunen ha sciato per 400 chilometri, pesa poco più di 40 chili e ha un battito cardiaco di 200 pulsazioni al minuto.
Viene salvato, nonostante sia costretto all’amputazione di alcune dita dei piedi per il gelo.
Vivrà fino a 71 anni, avvolto da alone leggendario.
Koivunen è il primo caso documentato di overdose da metanfentamine fra soldati (e, qualcuno mi ha fatto ridere segnalando come, nella foto, sembri ancora preda dell’effetto di quelle 30 pastiglie).
In Finlandia ho letto che esisterebbe ancora un’espressione colloquiale “ne ho preso una dose da Aimo” per tutte le volte in cui si assume qualcosa in grandissima quantità.
Non so se è vero, ma ci starebbe proprio.
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Io sono Riccardo Gazzaniga.
Il mio ultimo romanzo si chiama “In forma di essere umano” e racconta la fuga e la cattura di Adolf Eichmann, responsabile dell’Ufficio Affari Ebraici del Reich a opera del Mossad israeliano, cercando di mettere insieme il thriller, la Storial la non – fiction per raccontare come accadde che gli uomini divennero mostri.
Per chi fosse interessato a questo tema, notizie ulteriori si trovano qui.