Quasi tutti conoscono il personaggio di Eddie del Rocky Horror Picture Show, ma pochi sanno che il suo interprete è stato uno degli artisti rock più venduti della storia e, purtroppo, è scomparso oggi, a 74 anni.
Marvin Lee Aday in arte Meat Loaf (Polpettone) dal soprannome che gli diede il suo coach di football per la mole gigantesca, ha venduto oltre 100 milioni e recitato in decine di film, tra cui “Fight Club”.
Il successo del Rocky Horror Picture Show iniziò in teatro e poi finì nel film che quasi tutti conosciamo.
Quando l’autore di canzoni Jim Steinmann vede Eddie-Meat Loaf per la prima volta sul palco, con la sua mole enorme, gli occhi che dardeggiano, la presenza scenica unica, non ha alcun dubbio: quello è l’uomo che vuole, la voce e la presenza perfetta per interpretare “Bat out of hell” il disco che ha scritto mescolando il rock springsteeniano capace di dominare le classifica e il gusto per l’opera, il teatro, il pianoforte, i cori di massa.
La coppia, insieme alla fidanzata di Meat Loaf, la cantante Ellen Folley, tenta continue audizioni ma viene scartata praticamente da tutti. Un produttore importantissimo dice “Meat Loaf non sa cantare e Steinmann non sa scrivere”.
Tutti consigliano a Meat Loaf di liberarsi del peso morto Steinmann: “tu sei troppo bravo per lui”, ma Meat Loaf rifiuta, insistendo “proprio voi, che fate musica, mi dite questo? Jim è un genio!”.
Poi, un giorno, a New York arrivano a un’audizione davanti al famoso autore e produttore Todd Rundgren, celebre per la sua ecletticità.
Rundgren appena li ascolta rimane zitto e dice di andare avanti con un altro pezzo.
A questo punto Rundgren si mette a ridere, trova il rock di Steinmann unico e divertente e dice: “Qual è il problema? Lo registriamo!”
Il disco esce senza particolari fanfare, è un album come Steinmann lo voleva, barocco, pieno di suoni, con testi e titoli lunghissimi, una sorta di opera rock su sogni di fuga, amore e tragedia, un musical fatto disco.
“Bat out of hell” all’uscita naviga nelle parti basse della classifica fino a che un giorno Meat Loaf non appare in televisione al “Saturday Night Live” e fa quello che gli riesce meglio: abbagliare il pubblico.
Nel giro di un mese il disco risale le classifiche sino a dominarle come farà per anni e anni arrivando a vendere in tutto 43 milioni di dischi.
Come per ogni grandissimo successo, il prezzo da pagare è altissimo: Meat Loaf ha un crollo nervoso e per due anni non riesce a cantare e il seguito scritto da Steinmann “Dead ringer for love” non riesce a bissare il successo dell’esordio e delude le attese.
Le strade della coppia si dividono, Steinmann produce un album in stile Meat Loaf con un altro progetto senza troppo successo, però miete altre hit con Bonnie Tyler e Air Supply.
Meat Loaf pubblica una serie dischi con riscontri di vendita sempre inferiori, sparendo dalla classifiche.
Sembra chiaro che uno è incompleto senza l’aitro e i due decidono di tornare a lavorare insieme per provare a bissare il successo di “Bat out hell”.
Però sembra anche tardi, le persone contattate sono scettiche e pensano sia uno scherzo fuori tempo massimo.
Lo scherzo venderà 15 milioni di copie, diventando un nuovo successo mondiale trascinato dal singolo che forse conoscete “I would do anything for love”.
Di nuovo le strade si separano, di nuovo percorsi diversi, ma ancora Steinmann e Meat Loaf sembrano un binomio indivisibile e ormai vecchi tornano al successo con Bat out of hell 3, nel 2006.
“Da quando ci siamo incontrati io sono stato il centro della sua vita e lui della mia. Ci appartenevamo cuore e anima. Noi non ci conoscevamo. Noi eravamo la stessa cosa” dirà Meat Loaf nel 2021, alla morte di Jim Steinmann. Aggiungerà di non capacitarsi della perdita e del dolore per la mancanza della sua anima musicale garantendo che avrebbe presto raggiunto Steinmann.
Oggi, meno di un anno dopo, ci lascia Meat Loaf, artista unico nella sua opulenza, l’interprete per eccellenza che riesce a diventare il suo autore e viceversa ha un autore capace di dare il meglio solo per lui.
Sono triste, perché ho amato tanto la musica di Meat Loaf e non ci saranno altre canzoni, alla fine di questa storia.
Ma, come si dice in questi casi, bisogna gioire per aver avuto il privilegio di godere di questa meravigliosa coppia di artisti.
Per usare l’aggettivo con cui la sua famiglia lo ha salutato oggi, Meat Loaf era “incomparabile”.
Long live rock and roll.