Un’estate degli anni Sessanta.
Il giornalista finlandese Vatanen, in viaggio insieme a un fotografo, investe per errore una lepre su una strada semi deserta.
Vatanen scende e, seguendo un impulso imprevisto e ingovernabile, si addentra nella foresta per soccorrere la piccola lepre, lasciando che il fotografo riparta da solo.
In quel momento, Vatanen decide di prendersi cura della lepre e, insieme, di tagliare tutti i ponti con la sua vita precedente, il lavoro che non lo soddisfa, la moglie che non ama più, la noia della quotidianità cittadina.
Vatanen inizia una nuova vita senza più legami e vincoli, a contatto con la natura del suo paese, sopravvivendo come può e dove può.
Diventa guardaboschi, soccorritore, cacciatore, carpentiere, spostandosi lungo tutta la Finlandia da sud a nord, insieme alla sua lepre.
Durante questo viaggio finisce invischiato in avventure, casini, sbornie, risse, crimini, imprese militari, aggressioni da parte di uomini imbestialiti e di bestie che sembrano umane.
È la storia de “L’anno della lepre” romanzo fortunatissimo dello scrittore, poeta, ex giornalista ed ex guardaboschi Arto Paasilinna uscito nel 1975 ma arrivato in Italia solo nel 1994, quando fu pubblicato da Iperborea e divenne anche da noi un grande successo letterario, tanto che – a oggi – il romanzo ha superato le 100.000 copie vendute in Italia.
Si tratta di una specie di storia “on the road” in ambientazione finlandese, con un’atmosfera sospesa tra la favola e la commedia picaresca che non lesina momenti puramente comici ad altri drammatici, come quello dell’epica e memorabile caccia all’orso sugli sci, perduti nel gelo tra Finlandia e Russia.
Un libro percorso da un amore palpabile per la natura e il suo richiamo, una favola di libertà con due protagonisti difficili da dimenticare.
Il rude e tenero Vatanen, che affronta la sua nuova vita come come una zattera lanciata lungo le rapide travolto da eventi che appaiono inevitabili e mosso da un suo strampalato senso di giustizia.
E poi la sua inseparabile lepre, che osserva il padrone mentre cambia, cresce, si stravolge la vita.
Durante il lungo viaggio, con il cambiare delle stagioni e la muta della sua pelliccia, la lepre diventa sempre più forte e simile all’uomo che, da parte sua, prende sempre più le distanze dagli altri esseri umani.
Trovo che il finale sia particolarmente ispirato e chiuda alla perfezione il cerchio della storia. Sento di consigliare la lettura de “L’anno della lepre”, anche se – in fondo – io non l’ho letto, ma ascoltato in audiolibro, nella lettura integrale di Giulio Scarpati.
Che è stato anche più piacevole.
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