“Un romanzo è una storia d’amore, il racconto è la passione di una notte” diceva Niccolò Ammaniti nella prefazione alla sua raccolta “Il momento è delicato”.
Era questa la frase con cui gli editori rispondevano ad Ammaniti ogni volta che lui provava a proporre – appunto – una raccolta di racconti.
Purtroppo il momento resta delicato, per i racconti, visto che in Italia perdura questa ostinata avversione per la forma più breve della narrativa. “I racconti non vendono”, si dice. Ma io continuo a pensare che sia un camoroso caso di gatto che si morde la coda: i racconti non vendono, dunque non pubblichiamo racconti, ma se non ne pubblichiamo allora continuano a non vendere, e via dicendo, nei secoli dei secoli.
Si tratta di un’idea tanto più dolorosa per me, che prima di cimentarmi coi romanzi ho partecipato a un centinaio di premi per la narrativa breve, vincendone alcuni. Nel mio hard disk riposano oltre 70 racconti, cellule dormienti di narrativa in attesa di una chiamata che li attivi, ma potrebbe non arrivare mai.
Per questo, quando Stefano Mazzesi e Vania Rivalta – che da un anno si sono lanciati nell’avventura editoriale delle Edizioni Clown Bianco – mi hanno proposto di partecipare a una raccolta di racconti brevi e neri, ho detto subito di sì.
Del resto come rispondere no a due matti che non solo hanno deciso di scendere nella tremenda arena editoriale ora che tutti ne fuggono, ma per giunta provano a pubblicare racconti?
Tanto più che la loro proposta invitante mi permetteva di essere in compagnia di altri 12 scrittori, fra cui colleghi illustri come Eraldo Baldini (Einaudi Stile Libero), Gianluca Morozzi (Guanda), Romano De Marco (Piemme), Giulia Lepore (E/O).
E così, eccoci: la raccolta si chiama “I Clown Bianchi” ed è appena uscita, in formato cartaceo e digitale.
“Tredici autori di talento e fama raccontano altrettante storie in cui il filo conduttore è l’intreccio inestricabile tra bene e male che caratterizza ogni buon noir. Tredici racconti profondamente diversi tra loro, mai banali, da cui emergono paure, incubi, solitudini, orrori reali e immaginari descritti attraverso gli occhi e le voci di personaggi in grado di conquistare più di un posto nella memoria e nei cuori dei lettori”. Così Stefano e Vania inquadrano il trait d’union del nostro libro.
Il mio pezzo, inedito, si chiama “Con il sangue freddo”. Racconta di un killer di mafia che dopo una vita di omicidi commessi senza la minima emozione deve fare i conti con un’uccisione diversa da tutte le altre.
Ma tra anziane innamorate disposte a tutto e inquietanti concorsi di bellezza, tra celebrità decadute e bambini-stregoni, tra un rave party macchiato di sangue e un quadro misterioso, con “I Clown Bianchi” avrete 176 pagine per addormentarvi male e fare brutti sogni.
Forza, non abbiate paura. In fondo siamo solo clown.
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