Isser Harel

“Un diavolo nel corpo di un nano”, dicevano di lui per la statura di poco superiore al metro e cinquanta. E il suo viso anonimo e carnoso è ben distante da quello scolpito dei James Bond.
Eppure quest’uomo è stato forse lo 007 più temibile del ‘900.
Di certo Isser Harel è l’uomo più enigmatico in cui mi sia imbattuto, scrivendo.
Bielorusso di nascita, figlio di una famiglia ebrea che produceva aceto caduta in povertà, ex lottatore di greco–romana e persino ordinato Rabbino, parte da Genova per la Palestina a soli 18 anni, con una pistola nascosta dentro un panino.
Finisce a raccogliere arance in un kibbutz con la moglie, ma presto entra nell’unità paramilitare sionista Haganah dove si fa notare per il coraggio e la spregiudicatezza.
Incardinato nelle forze militari del nuovo stato di Israele s spinto dal sostegno del leader politico e amico Ben Gurion, Harel inizia una carriera folgorante di agente segreto.
Diventa “Il Responsabile”, raggruppando i ruoli di capo dello Shin Bet e del Mossad; in pratica, domina tutti i servizi segreti israeliani.
Nel 1956 centra il primo grande colpo della sua carriera di spia: ottiene il testo del “Discorso Segreto” con cui il successore di Stalin, Kruscev, ha denunciato il culto della personalità del defunto dittatore russo.
Harel fa pervenire il discorso anche alla CIA che lo cercava affannosamente e invano: da qui nasce quella che sarà la leggenda del Mossad.
Ma nel 1960 Harel si mette alla caccia dell’uomo che può consegnarlo alla Storia: Adolf Eichmann, responsabile dell’ufficio affari ebraici del Reich e principale latitante nazista al mondo, insieme a Mengele.
Dopo aver colpevolmente ignorato le soffiate che conducevano a Buenos Aires, Harel acconsente a mandare un ultimo agente in Argentina a cercare Eichmann: Zvi Aharoni, israeliano nato in Germania, che parla sia tedesco che spagnolo.
“Devi dirmi se sta lì. Torna con un sì o no. Ma non tornare con un forse” gli ordina.
Dopo settimane di fitte investigazioni, Aharoni torna in aereo con l’informazione decisiva.
Quando fa scalo a Parigi, Isser Harel si materializza sul suo stesso aereo, sedendo accanto a lui come in un film.
“Allora? Sì o no?” gli chiede.
L’agente gli consegna le foto di Eichmann. “Sì”.
Harel fa partire un commando per andare a Buenos Aires a rapire Eichmann.
Ben Gurion non vuole che il suo amico Responsabile partecipi in prima persona: se fosse ucciso o peggio arrestato e interrogato (magari sotto tortura) sarebbe una catastrofe politica, diplomatica e di sicurezza, per Israele.
Ma Harel non vuole mancare alla più grande operazione della Storia di Israele e parte lo stesso, per raggiungere il Commando.
Per non essere individuato si muove sempre da solo, si sposta ogni ora da un locale a un altro secondo un’agenda prestabilita. Così i suoi uomini sanno sempre dove trovarlo per consultarsi, ma nessun barista o inserviente ricorderà mai la sua faccia.
Ai suoi uomini dice che, se saranno catturati o uccisi in azione, dovranno dire di non avere legami con Israele.
Lui stesso negherà di conoscerli. Ma si occuperà delle loro famiglie rimaste sole.
La sera in cui il commando cattura Eichmann è sempre l’agente Aharoni a raggiungerlo in un caffè e annunciargli “Lo abbiamo preso”.
Ma Harel non fa una piega.
“Lo immaginavo, sennò non saresti arrivato così tardi”.
C’è ancora Isser Harel, sull’aereo che riporta Eichmann in Israele e nell’Aula della Knesset quando Ben Gurion annuncia ieratico la cattura del latitante al mondo.

ben Gurion Eichmann
Negli anni successivi Harel ritenta con la cattura di Mengele; ma l’unica volta in cui il medico di Auschwitz è a tiro del Mossad, ha una scorta armata e non si può prenderlo.
Harel definirà questo fallimento il suo più grande rimpianto.
Nel 1962 Harel deve gestire il problema degli scienziati del Reich che sono passati al servizio dell’Egitto per sviluppare razzi da guerra.
Il Responsabile sentenzia lapidario: “Ci sono persone destinate a morire” e autorizza “L’operazione Damocle” una serie di tentativi di omicidio che però non vanno a buon fine, ma anche attentati con plichi esplosivi che invece causano feriti e vittime, non direttamente coinvolte nel progetto.
Oltre a questo, Harel in persona sarebbe membro del commando che rapisce Heinz Krug, capo di una società tedesca coinvolta nella costruzione dei missili.
Di Krug si perdono le tracce e non viene mai più ritrovato.
Quando due agenti del Mossad sono arrestati in Svizzera e l’operazione Damocle viene smascherata, scoppia una crisi internazionale tra Israele e Germania Ovest: per sanarla Ben Gurion impone al terribile ex amico Isser Harel di lasciare la guida del Mossad.
Mezzo Parlamento lo sostiene ugualmente e pure Ben Gurion, infine, si dimette.
L’operazione Damocle sancisce la fine politica di Harel e di Ben Gurion, un tempo amici e infine rivali, ma ottiene il risultato di far cessare ogni collaborazione tra scienziati tedeschi ed Egitto sulle armi.
Una volta fuori dai servizi segreti, Harel tenta una sortita in politica che si conclude senza troppa gloria; nel 1973 si ritira dalle scene.
Appassionato di lirica e di Agata Christie, sposato con una moglie cui mai diceva nulla del suo lavoro, il Responsabile ha scritto diversi libri sulle sue imprese.
Dal celebre “La casa di via Garibaldi”, dove mischia verità storica e clamorose bugie autocelebrative, sono partito per la lunga ricerca che mi ha portato a scrivere il mio romanzo “In forma di essere umano”.
Isser Harel, infatti, è uno dei protagonisti del mio libro.
Quello che mi ha messo più in difficoltà per una vita intera condotta sul limite tra legge e crimine, giustizia e vendette, eroismo e mostruosità.
Nell’ultima intervista prima di morire, a oltre 90 anni, quando gli hanno chiesto come volesse essere ricordato, Isser Harel ha risposto: “Come uno che ha servito il suo paese”.

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Io sono Riccardo Gazzaniga.
Il mio ultimo romanzo si chiama “In forma di essere umano” e racconta la fuga e la cattura di Adolf Eichmann, responsabile dell’Ufficio Affari Ebraici del Reich e fra i più attivi collaboratori di Reinhard Heydrich a opera del Mossad israeliano; ho cercato di mettere insieme il thriller, la Storia, la non – fiction per raccontare come accadde che gli uomini  divennero mostri.
Per chi fosse interessato a questo tema, notizie ulteriori si trovano qui.

In forma di essere umano

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