Dobbiamo accettarlo.
I razzisti e sessisti. I machisti. I violenti e guerrafondai.
Gli egoisti. I fautori di un mondo in cui il denaro e il risultato sono il valore a cui tendere, a prescindere dal mezzo con cui vengono raggiunti.
Gli odiatori di tutto ciò che è diverso, che sia diverso per colore della pelle, per cultura, per religione, per orientamento sessuale.
I difensori della logica per cui il più forte deve vincere e, possibilmente, schiacciare chi ha perso.
Queste persone esistono, lo sapevamo già, ma ieri ci hanno ricordato che non sono la minoranza come talvolta ci piace pensare. Anzi, ci hanno detto che ormai la minoranza potremmo essere noi e loro provare a cambiare il mondo.
In peggio.
I commenti mostruosi che spesso leggiamo sui social non nascono dal nulla, non rappresentano casi isolati, anche se ci piace e ci fa comodo pensarlo. Ci rassicura.
Invece le eccezioni siamo noi, perché quei commenti, quelle parole, quei toni sono lo specchio di quanto davvero pensa la gente, là, fuori dal web.
Le frasi becere che sentiamo sul bus, in coda alle poste o al prelievo del sangue, allo stadio e al bar. Frasi che un tempo erano relegate fuori dalla politica, che si faceva spesso argine. Oggi, invece, non lo sono più. Oggi sono riprese ogni giorno da personaggi politici che su un alfabeto di cielo-mare-terra hanno costruito un consenso.
E – purtroppo – quelle frasi lì rispecchiano ciò che pensa la maggioranza delle gente e degli elettori. In Italia, fuori dall’Italia, in Europa e oggi persino nel paese che per tanti di noi rappresenta(va) un faro di libertà e speranza, pur nelle sue evidenti contraddizioni.
Un luogo dove oggi l’impresentabile, mostruoso, arrogante Donald Trump diventa prima accettabile, poi votabile, infine, incredibilmente, vincente.
Trump è una commedia americana che non fa ridere. Trump è il bullo di “Ritorno al Futuro” che, in quel futuro, ha vinto e vuole riportare tutti a un passato che preferiremmo dimenticare.
“Ma tanto cosa vuoi che cambi?” obiettano.
Beh, certo, in fondo da oggi Trump è solo l’uomo più potente del mondo e comandante in capo dell’esercito più devastante che esista.
Uno che pensa che il cambiamento climatico non esista e non sia scientificamente dimostrato. Che ritiene le armi private siano una necessità. Che vuole mettere un muro al confine con il Messico. Che ha detto che se vede una donna attraente non può trattenersi dal saltarle addosso. Che ritiene Putin ed Erdogan due leader con cui attivamente collaborare.
Che volete che cambi?
Eppure più della metà degli americani lo ha scelto e un sacco di europei e anche di italiani esultano.
Questo è il mondo reale, signori.
Possiamo anche continuare a bollare il tutto come populismo e fare spallucce e sentirci superiori, ma questo cazzo di populismo non fa ridere, oggi più che mai.
Il populismo è stato, storicamente e sempre, l’anticamera del totalitarismo.
Che fare, dunque?
In realtà, io mica lo so.
Ma una cosa certa sì, la so, almeno quella.
Che pure in questa minoranza e pure da solo, a quella logica, a quella tracotanza, a quel sistema di valori non aderirò mai.
Del loro mondo reale non voglio fare parte.
E continuerò a fare e scrivere quanto posso e, da oggi anche di più, molto di più, perché prevalga il mio.
[amazon_link asins=’8806228218,880621473X’ template=’ProductCarousel’ store=’acmemkcom-21′ marketplace=’IT’ link_id=’fb5e67c0-e322-11e6-a6e1-7363666a7e39′]